lunedì 13 gennaio 2014

SOCIETA'/2

Dalla Gazzetta di Mantova dell'08/01/2014
Farmacista si uccide
gettandosi sotto il treno
Titolare di una piccola farmacia a Castiglione delle Stiviere, lamentava problemi economici. Ne aveva parlato con l’ordine dei farmacisti, ma alla fine ha deciso di farla finita. A Desenzano, il farmacista, padre di cinque figli, si è gettato sotto il treno. E' morto sul colpo.
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Il 2014 comincia male per i farmacisti. Un fatto, quello del suicidio di uno di loro, che al di là dei particolari pone molte domande alla coscienza dei singoli e non meno alle Associazioni di categoria, soprattutto a chi sta ai loro vertici. Negli anni recenti le cronache ci hanno abituati alla notizia del suicidio di piccoli e medi imprenditori e artigiani che non ce la fanno più ad andare avanti. Mai avremmo pensato che una categoria socialmente garantita come quella dei farmacisti potesse essere coinvolta nella presente crisi economica fino a questo punto, da spingere qualcuno al suicidio. Il problema invece è molto più grave e diffuso di quanto si possa immaginare. Da alcuni anni a questa parte spesso mi è capitato di ascoltare lo sfogo amaro di titolari di farmacia che mi illustravano i loro gravi problemi economici, non sapendo purtroppo a chi rivolgersi. In un settore di alto spessore e impegno finanziario, a fare i conti con la crisi in atto sono sempre i pesci piccoli. Ho sentito dire che a Roma numerose farmacie hanno chiuso, altre per sostenersi sono cadute nelle mani della malavita organizzata che ha sempre a disposizione una quantità smisurata di soldi da riciclare. Con la sola legge della giungla che privilegia i più forti, senza la necessaria solidarietà di settore, va a finire che ci si incammina su una strada molto pericolosa per tutta la categoria. L'UCFI su mia proposta si era incamminata alla realizzazione di un progetto di finanziamento solidale. Forse vale la pena riprenderlo in mano, prima che sia troppo tardi.
don Marco Belladelli, Assistente Nazionale UCFI (farmacisti cattolici).


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